Lassù qualcuno ci ama.
Eh sì, è
proprio il caso di dirlo... e ne abbiamo la
prova inconfutabile.
Per dimostrarvelo, mi occorre un pizzico di
attenzione e un poco del vostro tempo, perché devo servirmi di
alcune osservazioni scientifiche. Tranquilli, però, sarò
semplicissima.
Partiamo da Gaia, la grande madre che ci accoglie, ci
nutre e ci fa crescere.
Gaia che galleggia nello spazio insieme ad
altri pianeti.
Gaia meravigliosamente inserita in un misterioso
Sistema Solare.
Come un grande organismo vivente, Gaia è protetta da
uno scudo invisibile che la scherma dalle esplosioni solari e dalle
tempeste elettromagnetiche.
Sto parlando di una gigantesca nube di
gas freddo elettricamente carico, chiamata plasmasfera, che inizia da
1000 chilometri dalla Terra e si estende per migliaia di chilometri
nelle fasce di Van Allen. Qui apro una parentesi doverosa: le fasce
di Van Allen sono due “cinture” di gas elettricamente carico,
ricche di elettroni ad alta energia e protoni, imprigionate nel campo
magnetico terrestre a una distanza fissa dal pianeta. La loro
presenza, ipotizzata prima dell'era spaziale, è stata confermata nel
1958 dal lancio delle missioni Explorer 1, supervisionate dal
professor James van Allen.
Ma vediamo, in sintesi, come funziona la
plasmasfera. Quando il campo magnetico della Terra viene in contatto
con quello del Sole, si innesca un processo chiamato “riconnessione
magnetica” che genera forti correnti elettriche, pericolose per il
nostro pianeta. È qui che entrano in gioco gli scudi di plasma,
perché rallentano il processo di riconnessione magnetica e
proteggono la vita sulla superficie della Terra. La scoperta,
descritta sulla rivista Science, è frutto della collaborazione fra
la Nasa e il Massachusetts Institute of Technology (Mit), dove i
ricercatori hanno combinato le osservazioni del campo magnetico fatte
dalla Terra e dai satelliti.
Successivi studi hanno posto in evidenza
una barriera, a circa 11.000 chilometri dalla Terra, in grado di
respingere gli elettroni killer che sfrecciano attorno al pianeta a
velocità elevatissime. È come se gli elettroni si schiantassero su
una parete di vetro nello spazio. Impressionante, vero?
I ricercatori
definiscono questo scudo “un fenomeno estremamente enigmatico”
dall'origine non chiara. Ipotizzano che possano esserne coinvolti il
campo magnetico terrestre e la plasmasfera, ma sono ancora oscuri i
veri processi che generano questa forte barriera nello spazio.
Per
svelare il mistero, nel 2012, sono state lanciate dalla Nasa le due
sonde gemelle Van Allen, e ancora oggi si continuano a osservare le
regioni coinvolte nel fenomeno miracoloso.
Miracoloso, sì, perché
per noi corrisponde alla vita sulla Terra, alla nostra vita. Gaia è
“custodita”, e con essa le piante, gli animali e gli esseri
umani.
Ora, sapere di essere protetti da un potentissimo “scudo
spaziale” non può farci che piacere. Ci regala la sensazione che
la vita sul nostro pianeta sia importante, che addirittura stia molto
a cuore a qualcuno... Suvvia, ammettiamolo, ci dà la certezza che
lassù qualcuno ci ama.
È indiscutibile: noi siamo amati,
protetti e coccolati dall'alto.
Se poi questo Qualcuno sia Dio, la
Natura (nella sua accezione più ampia) o una qualche forma di vita
aliena, che importanza può avere?
Lo scudo è un fenomeno naturale?
E stato posto lì da Dio?
È mantenuto in perfetta attività dagli
angeli?
O lo hanno creato gli abitanti di un pianeta molto più
evoluto del nostro?
A ognuno la sua risposta.
Quel che è certo è
che possiamo inaugurare la giornata con una buona notizia!
Blog dedicato alla Dermoriflessologia. Ideata da Flavio Gandini e Samantha Fumagalli, la Dermoriflessologia è una disciplina olistica per il benessere psicofisico e l'evoluzione spirituale. Si avvale di una tecnica riflessologica cutanea per fare l'indagine dello stato energetico e per promuove il riequilibrio e l'auto-conoscenza. Si basa sulla capacità del corpo di conservare memoria del proprio vissuto e su quella della pelle di essere uno specchio fedele dell'anima.
giovedì 1 settembre 2016
Protetti da uno scudo spaziale
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